Sicurezza informatica 2020: il rapporto Clusit 2020 ci avvisa che i nuovi attaccanti non sono più "hackers" ma:
"decine e decine di gruppi criminali organizzati transnazionali che fatturano miliardi, multinazionali fuori controllo dotate di mezzi illimitati, stati nazionali con i relativi apparati militari e di intelligence, i loro fornitori e contractors, gruppi state-sponsored civili e/o paramilitari ed unità di mercenari impegnati in una lotta senza esclusione di colpi". Rapporto Clusit 2020
Il cyber spazio ha assunto un ruolo primario nei nuovi scenari geopolitici internazionali: Geopolitica, Cyberspazio, Netwar e Cyberwar sono le stesse parole che raccontano della guerra cibernetica - una hybrid warfare - del nostro secolo. Oggi, tutto ciò che accade nel mondo reale si riflette nel Cyberspazio: per chi pianifica la sicurezza nazionale questo significa spionaggio, ricognizione, propaganda, bersagli e quindi guerra. Conoscere la geopolitica del Cyber Spazio e usare metodologie di intelligence possono contribuire a fronteggiare gli attacchi è oggi quanto mai importante.
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Cybersecurity 2021: hacking di stato, disinformazione sui social e riciclaggio di denaro.
Andrea Biraghi
Tra il “selvaggio west” dei social media, spionaggio internazionale, campagne per la disinformazione e pericoli per le elezioni, il 2021 promette di essere un anno molto impegnativo. E bisogna partire preparati.
Le nuove sfide sono già sotto ai nostri occhi, soprattuto ultimente l'hacking di stato infatti cresce sempre pù divesrificando le proprie tattiche e fare più danni nell'anno a venire. Secondo il rapporto Cyber Threatscape Report 2020 di Accenture gli hacker di stato e i gruppi criminali ransomware stanno raffinando le loro tattiche per infliggere ancora più danni. Nel rapporto vengono rivelate le minacce attuali nel panorama Cyber.
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COVID-19 e sicurezza informatica: qual è la loro connessione?
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Andrea Biraghi CyberSecurity
Paura e perdita di privacy sono i primi elementi che li accomunano, nella necessità d proteggere se stessi e gli altri e nell’affrontare sfide per garantire la sicurezza di tutte le parti interessate.
Allo stesso modo il settore della cyber security ha imparato grandi lezioni della pandemia: tra queste la flessibilità verso le sfide tecnologiche. I cambiamenti infatti, apportarti dall’emergenza sanitaria globale, hanno esarcerbato le vulnerabilità dell’economia globale.
Il Covid – come la sicurezza informatica – è diventata una sfida strategica dell’Europa da una parte e l’intelligence mondiale per innalzare la difesa anche su reti ed infrastrutture.
I cambiamenti apportati dalla pandemia globale COVID 19 stanno esacerbando infatti le vulnerabilità nell’economia globale, tra cui il rischio di paralizzare gli attacchi informatici contro infrastrutture critiche come la rete elettrica.
Il progetto SPARTA finanziato dall’UE ha recentemente lanciato una serie speciale di podcast in tre parti che esplora come covid-19 e sicurezza informatica si influenzano a vicenda e le sfide coinvolte nel garantire la sicurezza di tutte le parti interessate.
Attacco ai database: secondo NordPass oltre Oltre dieci bilioni di credenziali utente sono state lasciate esposte online grazie a database non protetti. La scoperta è stata fatta grazie anche alla collaborazione di un white hacker che ha scoperto per l’esattezza in numeri: 9.517 database non garantiti contenenti 10.463.315.645 voci, che includono come e-mail, password e numeri di telefono di 20 paesi diversi.
I database più a rischio sono stati registrati in Cina (4000), Stati Uniti (3000) e India (520), con il risultato di 2,6 miliardi potenziali utenti che potrebbero essere inclusi nei database.
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Attacchi hacker: come proteggere i database del sito web
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Asia: hacker cinesi prendono di mira le telecomunicazioni
Da anni tre distinti gruppi hacker cinesi operano per conto dello stato organizzando attacchi informatici per colpire le reti di almeno cinque società di telecomunicazioni del Sud-Est Asiatico.
Martedì la società di sicurezza Cybereason Inc. ha pubblicato un rapporto. L’analisi tecnica afferma che i gruppi hacker hanno condotto una campagna in tutto il sud-est asiatico dal 2017 al 2021 n alcuni casi sfruttando le vulnerabilità della sicurezza nei server Exchange di Microsoft Corp. per ottenere l’accesso ai sistemi interni delle società di telecomunicazioni. Lior Rochberger, Tom Fakterman, Daniel Frank e Assaf Dahan di Cybereason hanno rivelato che l’obiettivo è quello di tenere un monitorgaggio contino per facilitare lo spionaggio informatico:
“L’obiettivo degli aggressori dietro queste intrusioni era quello di ottenere e mantenere l’accesso continuo ai fornitori di telecomunicazioni e facilitare lo spionaggio informatico raccogliendo informazioni sensibili, compromettendo risorse aziendali di alto profilo come i server di fatturazione che contengono dati Call Detail Record (CDR), così come i componenti di rete chiave come i controller di dominio, i server Web e i server Microsoft Exchange”.
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NimzaLoader è un malware utilizzato per le campagne phishing scritto utilizzando il linguaggio di programmazione Nim creato dal programmatore tedesco Andreas Rumpf. Rumpf ne parla come di un linguaggio efficiente, espressivo, elegante e parla delle sue caratteristiche in un pagina dedicata: https://nim-lang.org/
Nim è stato creato per essere un linguaggio veloce come il C, espressivo come Python ed estensibile come Lisp
La difficoltà di NimzaLoader – siccome sctìritto appunto in un linguaggio inusuale per un malaware – sta appunto nel suo rilevamento e nelle analisi. E appunto per eludere il suo rilevamento è stato utilizzato il linguaggio Nim.
La campagna di phishing è stata intanto attribuita all’attore minaccia TA800, che in precedenza propagato il malware BazaLoader. Ma ci sono delle differenze: Il linguaggio di programmazione tra i due malware è completamente diverso. Non coincidono nemmeno l’offuscatore di codice, lo stile di decrittografia delle stringhe e gli algoritmi di generazione del dominio. Pertanto, NimzaLoader non è considerato una variante di BazaLoader.
Le minacce informatiche si stanno evelovemdo utilizzando armi sempre più diverse per sfuggire al controllo.
Nuova Campagna di Spionaggio informatico collegata all’esercito iraniano.
I Bersagli sono stati ingannati da una campagna lunga circa 18 mesi: gli hacker iraniani per ingannarli si sono nascoti dietro profili falsi, per infettare con malware i dipendenti e gli appaltatori che lavorano nella difesa e nell’aerospazio, con il fine di rubare nomi utente, password e altre informazioni che potrebbero essere sfruttate.La campagna è attiva almeno sino dal 2019 ed è stata analizzata e raccontata in dettaglio dai ricercatori di sicurezza informatica di Proofpoint che l’hanno collegata a TA456, noto anche come Tortoiseshell, un gruppo di hacker iraniano sostenuto dallo stato con legami con il ramo dell’esercito iraniano del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC).
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Ransomware 2021: da 3 rapporti separati sulle minacce informatiche pubblicati da IBM, Trend Micro e BlackBerry, emergono molti degli stessi temi.
In questi rapporti nei nomi dei nuovi arrivati vi sono i nomi Egregor e DoppelPaymer, e ransomware come Sodinokibi e Ryuk permangono nelle liste delle migliori campagne. Tra i punti di unione dei tre rapporti la crescita e il raddoppiamento di ransomware e phishing – con alcune modifiche – e minacce come i deepfake e la disinformazione che nel futuro diventeranno minacce sempre più importanti.
I criminali informatici e gli hacker di stato risultano raddoppiati, approfittando anche del caos della pandemia con il passaggio al lavoro da remoto. BlackBerry sottolinea che i Managed Service Provider (MSP) erano obiettivi importanti durante gli attacchi ransomware 2020: secondo il “2021 Threat Report” gli hacker hanno sempre più sfruttato il ransomware per compromettere gli MSP come parte di campagne di criminalità informatica altamente mirate. Il ransomware rimane il grande business del cyber crime .
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#CyberCrime: il nuovo ransomware #Nodera basato su Node.js, riscontrato da Quick Heal Security Labs, durante le attività di "caccia alle minacce", secondo il CERT-PA non ha ancora colpito l'Italia ma si continua a monitorarne gli ulteriori sviluppi per realizzare le difese di sicurezza necessarie.
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#AndreaBiraghi #Cybersecurity
Cyber attacchi 2020: il dominio cibernetico assume sempre più rilevanza nelle dinamiche della politica internazionale. Il cyberspazio è diventato un dominio globale sul quale il potere e gli Stati vorrebbero imporre la propria sovranità, con la possibilità di variarne la mappatura: dopo terra, mare, aria e spazio extra-atmosferico, il cyber spazio rappresenta la quinta dimensione della conflittualità.
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Il cyber spazio è divenuto nuova frontiera per le cyber spie e le operazioni di web intelligence: le ultime tecniche usate, anche se non nuove, sono state quelle di mimetizzazione informatica "false flag" come quelle scoperte dal National Cyber Security Center, in cui Mosca ha usato come cavallo di Troia le operazioni nel web dell’intelligence iraniana.
Spionaggio a parte, sulla guerra cibernetica abbiamo ancora molto da imparare: esiste la questione delle diverse percezioni delle regole concordate. Questo è evidente quando, circa dieci anni fa, gli Stati Uniti fecero ricorso al sabotaggio cibernetico anziché ai missili per distruggere diverse installazioni nucleari iraniane: l'Iran rispose con attacchi informatici, distruggendo almeno 30 mila computer in Arabia Saudita e creato seri danni alle banche statunitensi. Sotto questa luce una stabilità strategica nel cyberspazio sembra difficile da mantenere.
La consapevolezza della rilevanza strategica del cyber spazio emerge nel documento "National Strategy to Secure Cyberspace" approvato dalla Casa Bianca nel 2003. Il documento paragona il cyber space ad un “sistema nervoso – il sistema di controllo del paese – composto da centinaia di migliaia di computer interconnessi, server, router, cavi in fibra ottica che permettono alle nostre infrastrutture critiche di lavorare. Così, il sano funzionamento dello spazio cibernetico è essenziale per la nostra sicurezza nazionale”.
Il rischio di cyber attacchi tra Usa e Iran è aumentato dopo l'uccisione del generale Soleimani ma già nel 2019 gli Stati Uniti hanno effettuato un'operazione cibernetica segreta contro l'Iran (che ha negato il suo coinvolgimento) in seguito agli attacchi del 14 settembre contro le strutture petrolifere dell'Arabia Saudita, come ha riportato Reuters. Il gruppo militante Houthi allineato all'Iran nello Yemen ha ne invece rivendicato la responsabilità. Durante tutto il 2019 gruppi di hacker iraniani hanno ripetutamente attaccato vari obiettivi negli Stati Uniti: l'obiettivo principale di questi attacchi è stato cyber-spionaggio, parte invece sono legati alla criminalità informatica.
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Andrea Biraghi ex capo divisione Cyber Security Leonardo ex Finmeccanica, ora CEO Gruppo Comdata. Ex Amministratore Delegato E-Security e Cyberlabs,
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